CD Human Greed - Black hill:midnight at the blighted star (Lumberton Trady Company, 2009)
Human Greed è la creatura di Micheal Begg e Deryk Thomas, in questo frangente fluttuante tra impalcature ambientali emozionali e scure, inserti di folk-noir tra contaminazioni elettroniche, Stars of the lid che sembrano creare colonne sonore di thriller lynchiani. La componente "drone" degli Human Greed, più che seguire coordinate di impatto industriale, si muove fra Eno, post-rock ambientale ma con un gusto improntato all'orrorifico e al surreale, come nel caso della vorticosa "Portrait of god with broken toys", forse il momento nella sua shining-attitude più vicino a quello che potrebbe essere l'ambient di un Vestigial. Ricorrono a volte rintocchi e arpeggi, o il cello di Julia Kent, spettrali nel loro incedere, mentre in un paio di pezzi c'è la collaborazione di Fabrizio Modenese Palumbo. Human Greed sembrano vagare fra cimiteri carpendo ricordi di tempi andati di fantasmi che si materializzano dinnanzi a noi, nella struggente In "Dalkeith night" arriva come un fuoco fatuo anche David Tibet. Tutto il disco scorre con una funzione visivo-evocativa che sollecita fortemente l'ascoltatore inebriandolo, stati di sogno e incubi che si sovrappongono con effetti tridimensionali, lasciandoci alla fine col dubbio che se quello ascoltato sia realmente esistito. Notevoli.